Vincenzo Arancio: l'estro artistico dalle molteplici sfaccettatture - itSiracusa

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Vincenzo Arancio: l’estro artistico dalle molteplici sfaccettatture

Vincenzo Arancio, il suo estro artistico si dispiega in più sfaccettature ph Angela Strano

Vincenzo Arancio, il suo estro artistico si dispiega in più sfaccettature ph Angela Strano

Il siracusano è ricco di persone dalla grande inventiva. Esse, con ciò che realizzano, imprimono parti di sé. Vincenzo Arancio è un medico dermatologo di Noto il quale esprime la sua creatività attraverso i canali di pittura, scultura e musica.

Le basi per l’emersione dell’estro artistico

Vincenzo Arancio è originario di Rosolini; da ragazzo ha sempre disegnato e resta incuriosito dai tubetti di colore con le loro sfaccettature cromatiche. Così il giovane Vincenzo riesce a procurarsi prima pennelli e colori, poi la tela. Dagli anni ’60 inizia la sua produzione pittorica. Il padre ha temuto che questa passione distogliesse il figlio dallo studio. Ma Vincenzo, nel corso del tempo, è riuscito a proseguire sia con la sua professione che con l’arte. Due percorsi paralleli che si sono sempre compensati l’uno con l’altro. La realtà ispira nelle creazioni artistiche e queste costituiscono una via di fuga da una quotidianità molto spesso cavillosa.

Rispetto alla pittura Vincenzo Arancio ha appreso da autodidatta. In merito alla scultura, invece, vi sono stati dei mentori, dei maestri di ispirazione. Si tratta di Biagio Poidimani, suo parente, il quale da Roma ha portato materiale fotografico e bozzetti. Tra le sue realizzazioni scultoree figurano quelle su Alfeo e Aretusa e sul viaggio di Prometeo. Salvo Monaca è stato l’altro scultore cui il dottor Arancio si è ispirato.

Egli, nel corso degli anni, ha partecipato e numerose mostre personali e collettive. Risale all’età di 16-17 anni il premio per aver preso parte ad una collettiva a Treviso. A questa seguono altre mostre a Catania, Palermo, Roma, siracusano. Da ricordare soprattutto l’esposizione internazionale alla sede a Lussemburgo del Parlamento Europeo. In ultimo il dottore ha partecipato ad una mostra estemporanea ai Giardini di Assoro, esponendo una ninfa scultorea in pietra bianca palombara di Melilli.

I soggetti ritratti nella pittura del dottor Arancio
La pittura di Vincenzo Arancio da rappresentazione a soggetti umili di un tipico paese siciliano

Vincenzo Arancio e la pittura

I soggetti ritratti richiamano tutti la vita siciliana d’un tempo. Personaggi rievocanti sia la genuinità, ma al contempo provati dalle difficoltà dell’esistenza. Vi sono infatti figure come i pescatori e gli artigiani (ad esempio u cufinaru, cioè il cestaio), con la preoccupazione costante su come sbarcare il lunario. Rappresentazione dei personaggi tipici di paese, i quali lo animano e ne incarnano le contraddizioni. Vi sono il disoccupato, gli uomini dell’osteria, le comari, persone anziane. Tutti soggetti che sembrano dimenticati, per molti/e vivono nella marginalità, ma in realtà costituiscono l’anima di un tipico paese siciliano. Una dimensione che, a causa dell’omogeneizzazione portata dai tempi odierni, non è più radicata come prima ma continua ad essere identitaria per la Sicilia.

Per realizzare un dipinto, Vincenzo Arancio crea prima il bozzetto. Esso gli consente di regolare con la vista le possibili dimensioni del ritratto e quindi, sulla base di ciò, si crea la grandezza della tela juta. La preparazione di quest’ultima avviene con una particolare mestica, come si usava anticamente. Si crea il bozzetto con pennello e colore, partendo dal fondo e definendo gradualmente i particolari. Le macchie di colore sono fondamentali poiché definiscono la figura e la possono fare emergere. Una pittura in cui è evidente il contrasto fondo-figura anzitutto perché il primo è bene definito, la sua profondità già in sé delinea la figura. Anche i colori adoperati, dalle tonalità calde, risaltano questo contrasto.

pittura e scultura, ciò che caratterizza la creatività del dotto Arancio
Pittura e scultura si intersecano nella vita del dottor Arancio

Vincenzo Arancio e la scultura

Pure in questo caso egli dispone di un bozzetto come base per poi modellare l’argilla. Le creazioni scultoree consistono in lavori per commissione da parte di enti pubblici o privati oppure sono frutto della fantasia. Nel primo caso, una lavorazione direttamente in pietra, si crea un modellino in scala di argilla, traendo spunto dal personaggio in presenza o dalla foto. Qui si trasferisce la creazione e ci si avvale pure di calcoli matematici, in rapporto alle dimensioni della persona ritratta. Se invece il lavoro è libero affiora la fantasia. Dopo la lavorazione dell’argilla si applica il gesso e poi si giunge in fonderia.

Il dottor Arancio ha realizzato numerosi bassorilievi e busti. Tra questi figurano quella di pietra pece su Vittorio Sgarbi, caro amico del dottore e della moglie Enza Oddo, che appartiene a lui. La scultura di s. Corrado, di tre metri, in fonderia; un modellino della statua della Giustizia a Siracusa, il busto del prof. Bianchi. Ancora La Suora e l’orfanella, in bronzo, conservate alla pasticceria Costanzo e sua Eccellenza Sgroi, primo presidente della Corte di Cassazione.

Il disoccupato di Vincenzo Arancio
Il disoccupato, quadro di un soggetto dalla vita che vorrebbe cambiare

La passione per la musica e i significati dell’arte

Vincenzo Arancio è sempre stato affascinato dalla musica, riconoscendone il valore universale coi suoni che produce. Egli è incline verso il jazz e le melodie ritmate, infatti suona il sassofono. il dottore ha conosciuto tempo fa un uomo che suonava questo strumento al Corso Vittorio Emanuele a Noto. ha realizzato una scultura in bronzo per omaggiarlo e vuol farla collocare al Corso, direttamente coi piedi per terra senza piedistallo, per evidenziare la sua umiltà.

Per Vincenzo Arancio l’amore per l’arte scaturisce da intelligenza e sensibilità spiccate. Qualità che qualunque artista riesce a far affiorare, un aspetto sempre più difficile in una società che porta l’individuo ad essere sempre più alienato da se stesso. Il dottore rappresenta con pittura e scultura ciò che lo ispira dalla sua essenza più profonda. Egli ricorda ancora con affetto il disegno sulla foglia di carruba di Poidimani nella tesi dello zio.

Foto di Angela Strano

Vincenzo Arancio: l’estro artistico dalle molteplici sfaccettatture ultima modifica: 2022-07-05T14:42:32+02:00 da Angela Strano

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Julieta B. Mollo

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