C’è chi si occupa di mantenere la memoria di un luogo. Molteplici sono gli strumenti per protendere a questo compito; la fotografia è uno di questi. Essa, con lo scatto, consente di imprimere momenti e contesti. Diviene, quindi, una fonte valida per testimoniare passato e presente. La Fototeca siracusana ha ben compreso tutto questo e lo trasmette alla collettività.
Come nasce quest’archivio
La Fototeca siracusana è un’associazione no-profit nata nel 2014, il suo presidente è Salvatore Zito. La sede si configura come galleria espositiva sia per autori emergenti, affinché si possano far conoscere, sia per i veterani. E’ presente uno spazio di artisti in permanenza, cioè autori i cui scatti vi si trovano stabilmente, questo è quel che concerne la fotografia contemporanea. Si può riscontrare pure una piccola biblioteca tematica su tutto ciò che concerne l’arte fotografica, in termini di storia, tecniche e autori.
L’associazione ha visto un costante susseguirsi di mostre ed esposizioni, come quella di Nicola Lo Calzo. Si rievoca sia la storia del territorio sia l’atmosfera vintage. E’ in programma la mostra Bien presso il Palazzo Montalto, dal 16 luglio al 18 agosto. Si tratta di un’esposizione di scatti solo in bianco e nero, aspetto rievocante la dimensione introspettiva.
Fototeca siracusana: la sua memoria storica
Per l’associazione è indispensabile mantenere la memoria del luogo in cui si vive. La storia è identitaria per un territorio, con essa se ne comprendono tutte le dinamiche odierne. La Fototeca dispone di un archivio che racconta la storia di Siracusa e di tutta la Trinacria dall’invenzione della fotografia (1839) ai giorni nostri. Scatti effettuati da fotografi siciliani e non che hanno operato sul territorio e i cui lavori giungono per via di meticolose ricerche, pure da parte di antiquari.
La fotografia storica costituisce un excursus autentico sul territorio, se ne ricavano modi di vivere, processi antropologici, andamento della società. Una parte di questa si trova a casa del presidente, con l’intento di preservare le foto dall’umidità. Un’altra parte si conserva nell’archivio fotografico, suddivisa in album. Dalla fotografia storica inoltre emerge come cambia nel corso del tempo la concezione dello scatto. Alla fine dell’ ‘800 ci si è avvalsi dello stereoscopio, strumento antesignano delle immagini 3D. In quell’epoca una correnti fotografiche prevalenti è stata il vedutismo, ovvero il ritrarre paesaggi e siti archeologici. Giovanni Verga è stato un fotografo raffinato, sempre in chiave verista, come Capuana e De Robertis. Nella sua Casa Museo a Vizzini i suoi scatti trovano esposizione.
Altre attività
La Fototeca siracusana promuove lo strumento della fotografia in tutte le sue declinazioni, per comunicarne il vasto potenziale. Essa è partner di Mediterraneum, con cui sussiste una proficua collaborazione, il suo indirizzo è Largo Empedocle 9. Trova spazio la fotografia sociale, che immortala la misura in cui una data comunità risponde ai vari cambiamenti storici, politici, culturali. Ciascuna di queste porta una storia potente, la Fototeca preserva quella siciliana.
Ci si occupa pure di fotografia didattica, con l’organizzazione di corsi per apprendere gli elementi base della macchina analogica. Si passa dalla teoria, alla tecnica e pure alla pratica, giungendo così ad adoperare la camera oscura. Essa è uno strumento per elaborare le foto, queste si stampano seguendo un percorso suggestivo. La Fototeca siracusana copra l’intera disciplina fotografica; costituisce un mondo a se stante nella città. Essa immerge chi vi entra e chi segue le attività in un’altra atmosfera, tra vintage, processi socio-culturali e memoria storica.
