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Anna LoPizzo, operaia emigrata del siracusano

Anna LoPizzo, operaia e scioperante proveniente dal siracusano Fonte Facebook

Anna LoPizzo, operaia e scioperante proveniente dal siracusano Fonte Facebook

Una donna comune, vissuta tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX, che ha cercato la fortuna negli Stati Uniti ma le è toccata una triste sorte. Una figura femminile tenace ma sconosciuta da ricordare per la sua volontà nel rivendicare un’esistenza migliore per se stessa e le altre operaie. Anna LoPizzo è stata una lavoratrice tessile la quale ha portato avanti i suoi ideali rimettendovi la vita.

Qualche cenno sulla sua esistenza

Anna LoPizzo, il cu nome anagrafico è Anna Maria Lo Pizzo, nasce a Buccheri il 26 novembre 1878. Il padre è Gaetano Lo Pizzo e la madre Giuseppa Ramondetta. Vivendo in un contesto rurale e povero dell’entroterra siracusano crede che, emigrando negli USA, la sua vita possa trovare una svolta. Anna giunge a Ellis Island, crocevia di emigranti, il 28 luglio 1909, diretta a Lawrence nel Massachusetts e trovando ospitalità dallo zio Francesco Ramondetta. La donna ottiene lavoro come operaia tessile poiché nella cittadina erano sorte numerose fabbriche del settore. Ben presto ella ha compreso che la speranza di una vita migliore all’estero era solo una chimera, soprattutto per lavoratori e lavoratrici migranti.

I proprietari delle fabbriche, a causa della meccanizzazione del lavoro, hanno deciso di licenziare il personale qualificato e inserire quello senza competenze, particolarmente donne e bambini sotto i 14 anni. In tempi di liberismo economico, allora come ora, l’intento non è garantire condizioni lavorative adeguate ma massimizzare il profitto e ridurre i costi per l’impresa. Un lavoro, quello delle fabbriche tessili, alienante, logorante e con condizioni sempre più precarie. Nessuna sicurezza dei luoghi, con edifici pericolanti e affollati, salario ridotto e produzione esasperante. Frequenti i casi di tubercolosi, rachitismo, mortalità infantile.

La partecipazione di Anna LoPizzo allo sciopero del pane e delle rose
Lo sciopero del pane e delle rose di cui Anna LoPizzo è parte attiva Fonte Facebook

Anna LoPizzo e lo sciopero del pane e delle rose

Una situazione sempre più insostenibile per gli operai e le operaie. Nel gennaio 1912 una nuove legge del Massachusetts sancisce la riduzione delle ore lavorative per donne e bambini da 56 a 54. Questo però corrisponde con un netto calo della paga settimanale di sei dollari a settimana. Gli operai e le operaie, già vivendo una situazione di grande indigenza, non hanno accettato questo ulteriore sopruso e così iniziano ad organizzare le mobilitazioni. Anna LoPizzo è stata tra quelle operaie più sensibili che ha interiorizzato l’idea che chi lavora abbia dignità, in termini di condizioni e salari. Soprattutto la lavoratrice tessile emigrata da Buccheri ritiene fondamentale la ricerca da parte dell’operaia della sua libertà e autodeterminazione. Una vita, quindi, in cui conciliare il lavoro con le altre dimensioni esistenziali. Da questo il nome dello sciopero: “La lavoratrice deve avere il pane, ma anche le rose”.

Le operaie hanno fermato i telai gridando “Short pay, short pay” (“Paga ridotta, paga ridotta”). Nell’arco di poco tempo decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici hanno dato luogo allo sciopero, supportato dal sindacato Industrial Workers of the World (IWW). I suoi due principali esponenti Joseph Ettor e Arturo Giovannitti hanno partecipato alla costituzione di un comitato con due rappresentanti per ogni etnia nelle fabbriche. Operai e operaie hanno dato luogo sia a manifestazioni e occupazioni di fabbriche, sia ad attività di protesta più ricreative, come dibattiti, spettacoli e balli. Il significato è voler condurre un’esistenza non alienata dal lavoro. Uno sciopero ad oltranza in cui operai e operaie praticano la disobbedienza civile.

La lapide in memoria di Anna LoPizzo
La lapide col simbolo del pane e delle rose sulla tomba di Anna LoPizzo Fonte Facebook

La morte di Anna LoPizzo e i risvolti

Il 29 gennaio 1912, nel corso di una manifestazione, la polizia spara e colpisce a morte la giovane lavoratrice tessile di 34 anni. Secondo diversi testimoni il poliziotto Oscar Benoit ha sparato il colpo fatale, ma rimane impunito. L’arresto è toccato ad Arturo Giovannitti e Joseph Ettor, accusati di omicidio nonostante la loro assenza durante la manifestazione. Una clamorosa ingiustizia perpetrata con lo scopo di indebolire il movimento operaio e le rivendicazioni sindacali. Lo sciopero di lavoratori e lavoratrici è continuato fino al 14 marzo, con importanti risultati rispetto all’aumento dei salari. Ma la lotta continua per la liberazione di Giovannitti ed Ettor, a cui si aggiunge Joseph Caruso, arrestato ad aprile.

I tre imputati trovano processo nel settembre 1912; operai e operaie hanno tenuto dimostrazioni in loro sostegno. Alla fine Ettor, Giovannitti e Caruso trovano assoluzione nel novembre 1912. Lo sciopero del pane e delle rose ha inciso profondamente rispetto alla storia del lavoro negli Stati Uniti. Nonostante negli anni successivi c’è stata una regressione rispetto alle rivendicazioni sindacali, le mobilitazioni hanno dimostrato che l’unione di lavoratori e lavoratrici nella lotta per i diritti e l’uguaglianza, se costante, è incisiva.

A 88 anni dalla morte di Anna LoPizzo, il 14 settembre 2000, una lapide col simbolo del pane e delle rose trova collocazione sulla sua tomba. Una volontà da parte di David R. Morris, come riconoscimento verso il suo impegno civile-politico sia rispetto ai diritti di chi lavora, sia in merito all’autodeterminazione delle donne. La lapide ha trovato esposizione al Lawrence Heritage State Park nel corso del festival annuale Bread and Roses che si svolge ogni primo lunedì di settembre negli USA. Una delle innumerevoli donne quasi dimenticate ma che sono state determinanti in ciò per cui hanno creduto e lottato.

Anna LoPizzo, operaia emigrata del siracusano ultima modifica: 2023-08-30T11:20:45+02:00 da Angela Strano

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