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Siracusa, 38 rifugi antiaerei a protezione dei siracusani

Duomo Ipogeo

A protezione dei siracusani si contavano almeno 38 i rifugi antiaerei disseminati per la città durante la Seconda Guerra Mondiale. Ben 16 si trovavano nell’isolotto di Ortigia, il resto tra la Borgata e la zona di via Elorina. A sovrintendere i lavori per i “ricoveri” venne creata nel 1936 l’Unione Nazionale Protezione Antiaerea (U.N.P.A.) composta da civili ed ex militari. Si occupava di proteggere la popolazione durante i periodi di crisi bellica cercando di educarla sui comportamenti da tenere in caso di attacco aereo, organizzando anche delle esercitazioni.

Per la creazione dei rifugi si utilizzarono delle aree sotterranee, quali cantine, tunnel già esistenti. Questi venivano modificati e riadattati allo scopo. Profonde rampe di scale permettevano l’accesso ad ampie aree di smistamento e “cameroni” muniti di sedili in pietra o cemento. Il pericolo di bombardamento poteva durare per parecchio tempo ed i cittadini potevano trascorrere anche giorni all’interno dei rifugi. Per questo i ricoveri erano muniti di servizi igienici e impianti di illuminazione. Gli ingressi in alcuni casi erano sigillati da porte in metallo a tenuta stagna contro eventuali attacchi chimici. Almeno 38 sono i rifugi pubblici e molti altri quelli ad uso privato ricavati sotto le abitazioni.

Ingressoipogeoduomo
L’ingresso dell’Ipogeo in piazza Duomo nel cuore di Ortigia

Rifugi antiaerei, da piazza Duomo a quello di San Filippo alla Giudecca

I “ricoveri” pubblici avevano ingressi situati in aree facilmente accessibili come piazze ed ampie vie. Uno dei principali è quello di piazza Duomo (oggi visitabile). Al suo interno si conservò anche il simulacro di Santa Lucia. Altri sono sotto la Chiesa di San Filippo alla Giudecca (oggi con aperture straordinarie), piazza San Giuseppe, Castello Maniace, Largo Aretusa, piazza delle Poste, piazza del Pantheon e piazza della Stazione Centrale. Assieme a questi troviamo anche rifugi scavati a servizio di edifici pubblici come quello in corso Matteotti, sotto l’ex Palazzo Ina, in via Malta sotto il palazzo della Provincia, in viale Montedoro sotto la Casa del Mutilato, oppure presso l’Idroscalo. Anche le scuole ne erano munite, come Palazzo Valice di via Carso, le ex scuole di via Isonzo ed il liceo “Corbino”.

Rifugi antiaerei, la Grotta dei Cordari e le Latomie dei Cappuccini

Durante i bombardamenti si utilizzarono anche importanti siti con altissimo valore culturale ed archeologico. Ad esempio le Latomie del Paradiso con l’Orecchio di Dionisio o la Grotta dei Cordari oppure le Latomie dei Cappuccini dove si sfruttavano i piccoli ipogei paleocristiani al suo interno, oltre alle grotte di estrazione.

Anche il rifugio di piazza Duomo sfruttò cisterne ed acquedotti antichi ma il caso più emblematico fu certamente quello delle Catacombe di San Giovanni, di Vigna Cassia e di Santa Lucia. Infatti vaste aree furono “attaccate” dagli uomini dell’U.N.P.A. Ingenti furono i danni apportati ai monumenti. Durante questo periodo storico le esigenze belliche erano più importanti della salvaguardia del patrimonio archeologico.

La catacomba Santa Lucia come rifugio

La catacomba di Santa Lucia fu quella che subì danni maggiori. Dalle scale della Chiesa del Sepolcro si raggiungeva l’ingresso alla regione B che fu sventrata per creare un’area di smistamento. Da questa si dipartivano 3 gallerie che permettevano alla popolazione di raggiungere le aree più interne della catacomba.

La galleria Nord conduceva in particolare alla regione A, nella quale si allestì un’infermeria con servizi igienici con pozzi neri, mentre un arcosolio sventrato custodiva le reliquie di Santa Lucia. Molti cubicoli ed arcosoli paradossalmente da letti funebri divennero giacigli di chi voleva sfuggire alla morte.

Ricoveroantiaereo
La targa posta all’ingresso del rifugio in piazza Santa Lucia

E proprio per ricordare chi la morte incontrò in piazza Santa Lucia non facendo in tempo a raggiungere il rifugio durante il bombardamento anglo-americano del 27 febbraio 1943, nel 2013 la Regione B della catacomba è stata intitolata a queste vittime.

Siracusa, 38 rifugi antiaerei a protezione dei siracusani ultima modifica: 2021-04-19T09:00:00+02:00 da Francesco Gallo

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