Laboratorio dei Pupi a Siracusa, una tradizione familiare

Un contenitore di creatività dalle origini più remote, ma non troppo. Un mondo da cui si partorisce ciò che sta tra la tradizione e l’inventiva. Il Laboratorio dei Pupi a Siracusa è un angolo che riconduce ad un’altra dimensione. Questa resta immutata nello spazio e nel tempo, eppure è fulcro di fantasia.

Storia e cambiamenti nel corso dei decenni

Daniel Mauceri svolge la sua attività di puparo in una bottega dalla lunga storia. Nel 1877 la famiglia Puzzo portò avanti l’arte pupara, fu la prima a farla nel capoluogo aretuseo. Una bottega realmente innovativa, soprattutto per l’epoca a cui si accostò un giovane Saro Vaccaro, molto volenteroso nella collaborazione al mestiere. Egli trasmise la passione per l’arte pupara al fratello Alfredo, nonno di Daniel. I fratelli Vaccaro, così, continuarono a gestire il Laboratorio dei Pupi, con la loro costruzione e manutenzione.

Il primo spettacolo risale al 1978 ed ebbe un grande riscontro. Pertanto i Vaccaro si occuparono del laboratorio fino al 1995, anno della morte di Alfredo. La famiglia Mauceri decise di continuare l’operato. Daniel, nel ricordo e rispetto delle origini, fondò l’associazione “Opera dei Pupi Vaccaro Mauceri“, insieme ai genitori. Una decisione derivante da alcune vicende familiari. Dopo la morte di Alfredo Vaccaro, la figlia Francesca, coniugata Mauceri, fondò “La compagnia dei Pupari Vaccaro Mauceri” nel 1999. Per un lungo tempo i fratelli Mauceri portarono avanti una proficua collaborazione artistico-teatrale. Questa finì l’anno scorso: i due fratelli presero strade diverse. Daniel continua la sua produzione.

Un contesto in cui la famiglia costituisce il perno, in quanto nucleo da cui parte inventiva e soprattutto costanza nel tempo. La famiglia assume un’importanza peculiare per tutte le compagnie pupare siciliane. Si volge alla diffusione della tradizione artistica, a valorizzare i procedimenti legati alla realizzazione dei pupi. Si incentiva inoltre il teatro come espressione del sé.

Il Laboratorio dei Pupi: cosa produce

La lavorazione dei Pupi costituisce un vero e proprio rituale. Prima di creare con le mani, si volge alla ricerca e allo studio sulla figura che si vuol rappresentare. Il Pupo siciliano è un’evoluzione della marionetta incarnante i personaggi carolingi. Si realizza così un bozzetto per giungere poi alla vera e propria pratica.

Avviene la modellazione del viso in argilla e poi, attraverso alcuni procedimenti, si ricava una maschera di carta da appoggiare su una base di legno, la quale viene scolpita. Per realizzare le armature si adoperano materiali quali rame, ottone, bronzo, alpacca. Ogni singolo pezzo di metallo dispone di una sagoma, detta dima. Una volta terminata l’armatura, Francesco Vaccaro cuce gli abiti; poi si dipingono le parti che richiedono un ritocco. Assemblare i pezzi che costituiscono un Pupo prevede un giorno. Ma l’intera lavorazione può comportare pure un mese.

Come la produzione dei Pupi “cattura il respiro della vita”

Daniel Mauceri conobbe la storia carolingia ben prima rispetto ai coetanei, cioè solitamente tra i banchi di scuola. Una vita vissuta tra artigianato e teatro, tra creazioni e prove. Il giovane puparo va rivivere, tramite le mani, una tradizione ultra centenaria. Continuare il mestiere del padre e del nonno è, inoltre, un modo per rendere onore all’estro creativo familiare.

Il Laboratorio dei Pupi è un luogo dell’anima. Attraverso le creazioni sfornate non solo vivono storie e personaggi, anche un più ampio angolo di Siracusa pulsa. Un grande dispiegamento sia della manualità, sia pure del sentire. La tradizione, quella innovativa, vive, con il teatro, la cartapesta, il cucito, le saldature. Si producono pure statue e monili, anch’essi incarnanti questo forte slancio creativo.

Ogni prodotto che viene dal Laboratorio dei Pupi presenta una sua storia, una sua autenticità, una sua originalità. Un angolo, situato al quartiere Giudecca, in cui l’artigianato si manifesta in una delle sue forme più elevate.