Tiranni di Siracusa, Dionigi il Vecchio e Gelone I - itSiracusa

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Tiranni di Siracusa, Dionigi il Vecchio e Gelone I

Tiranni di Siracusa

Per diversi secoli, Siracusa è stata una città indipendente. Fondata dai coloni di Corinto negli anni 734-733 a.C., dopo qualche secolo, e per diverso tempo, la città vide succedersi la figura del tiranno. Si trattava di colui che ottiene prima ed esercita poi il potere attraverso l’egemonia. La tirannide costituiva l’opposizione all’oligarchia; si instaurarono così le città-stato. I tiranni di Siracusa dominarono la città dal 485 al 212 a.C., cioè fino alla conquista da parte dei Romani. Fra questi vanno indicati Gelone I e Dionisio I.

Gelone I, il primo tra i tiranni di Siracusa

Già tiranno di Gela (da qui il suo nome) e figlio di Dinomene, Gelone giunse nella città aretusea nel 485 a.C. Egli riesce a insediarvisi come mediatore. Dopo aver accolto le istanze del demos (popolo), per ottenere il potere doveva avvalersi della forza. Così diventò tiranno. Durante questo mandato, Gelone fa volgere tutto verso il potenziamento di Siracusa. Gli abitanti di alcune colonie furono fatti trasferire nella città e si fece, con una serie di misure, indebolire il potere degli oligarchi.

Tutte le decisioni prese dal tiranno volgevano a rendere Siracusa prestigiosa a livello diplomatico tra tutte le poleis greche. Si racconta, inoltre, che egli fece istituire un’assemblea popolare, volgendo così ad una tirannia “moderata”. Varie fonti descrivono Gelone come un uomo morigerato e propenso alla cultura, nonostante il suo analfabetismo. Il tiranno fece avviare la costruzione del Teatro Greco, incoraggiato anche dalla presenza alla corte del commediografo Epicarmo e del drammaturgo Formide. Gelone, quindi, tra i tiranni di Siracusa più equilibrati. Morì nel 478 a.C.; gli succedettero i fratelli Ierone prima e Trasibulo poi.

Battaglia Navale In Sicilia
Antica battaglia navale in Sicilia. Fonte Wikipedia

Dionigi il Vecchio, figura eccentrica di Siracusa

Un personaggio controverso perché in lui coesistevano l’amore per la cultura e la brama di dominio. Dionisio nacque nel 430 a.C. da una famiglia plebea. Riguardo la sua giovinezza e la sua ascesa al potere non si conosce granché. Si evince che Dionisio fosse uno scrivano, da qui l’interesse verso la cultura. Grazie ad abili strategie militari riuscì a divenire polemarco (generale bellico) prima e tiranno di Siracusa poi. Tutto questo avvenne negli anni 406-405 a.C.; secondo altre fonti, invece, qualche anno prima (408-407 a.C.). Dionisio elargì un ampio contributo durante le guerre greco-puniche e le campagne belliche contro la lega italiota. Grazie a tutto ciò, Siracusa divenne polis egemone della Sicilia centro-orientale.

Dionisio fu un grande mecenate; alla sua corte ospitò personaggi di rilievo come Platone. Era amante del teatro, quindi scriveva tragedie, del vino e della buona compagnia. Si può dire che la sua tirannide sia un continuo dei progetti culturali avanzati da Gelone I. Dionisio rientra in numerose leggende e aneddoti, data la sua personalità eccentrica. Da ricordare anzitutto il suddetto Orecchio, poi la leggenda sulla Spada di Damocle e quella su Damone e Finzia. Dionigi morì nel 367 a.C.; gli succedette il figlio Dionisio il Giovane. La sua tirannide influì anche in parte dalla Magna Grecia. Tra i tiranni più stravaganti di Siracusa, in cui era presente tanto genio. Egli lo adopera sia a livello innovativo (inventò, ad esempio, la catapulta), sia per assecondare la sua megalomania.

I tiranni di Siracusa sono stati uomini di potere dai quali emergeva sempre la pulsione verso il dominio. In casi come quello di Gelone I e Dionisio il Vecchio si manifestavano la spinta verso la cultura e, quindi, un lato costruttivo.

Tiranni di Siracusa, Dionigi il Vecchio e Gelone I ultima modifica: 2021-06-09T09:00:00+02:00 da Angela Strano

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Interessante.

Roberto Bellassai

Da quello che scrivono gli storici, Platone visitò tre volte Siracusa, sperando di introdurvi la Democrazia, nel primo suo viaggio, Dioniso, uno dei tiranni di Siracusa, lo fece vendere al mercato come fosse uno schiavo, nel secondo viaggio fu Dione, un suo amico e discepolo a farlo fuggire per evitare il peggio, mentre nel suo terzo viaggio dovettero intervenire i Pitagorici di Taranto per farlo andare indenne da Siracusa.

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